Eccoci alla seconda parte dell’analisi del questionario MIFID II. In questa sezione, ci concentreremo sul rischio associato agli investimenti e sulle regole imposte da MIFID II per tutelare gli investitori.

Conoscenza degli Strumenti Finanziari dell’Investitore

MIFID II pone grande enfasi sull’importanza che l’investitore abbia una conoscenza adeguata degli strumenti finanziari in cui intende investire. Questa conoscenza è fondamentale per comprendere i rischi connessi e prendere decisioni consapevoli.

Classificazione dei Prodotti Bancari

La normativa richiede che ogni prodotto offerto dalla banca sia classificato in base alle caratteristiche del cliente a cui può essere offerto. Ciò implica che il grado di rischio associato all’investimento proposto sia in linea con la tolleranza al rischio del cliente.

Ecco dunque le domande del questionario che fanno riferimento all’argomento e a cui daremo la giusta interpretazione:

DOMANDA 1

  • LE OBBLIGAZIONI POSSONO ESSERE DI DIVERSE TIPOLOGIE A SECONDA DELLE CARATTERISTICHE DEL TITOLO DEL SOGGETTO EMITTENTE, DELLA DURATA E DEL RENDIMENTO; INOLTRE POSSONO DIFFERIRE PER COMPLESSITÀ E RISCHIO. IN MERITO A TALI STRUMENTI, QUALE DELLE SEGUENTI AFFERMAZIONI È CORRETTA:
  1. Un’obbligazione ordinaria è un titolo di credito che conferisce al possessore il diritto di ricevere il rimborso del capitale nominale alla scadenza, ma non prevede mai nessuna remunerazione a titolo di interesse sotto forma di cedole
  2. Un titolo strutturato che incorpora un contratto derivato all’interno di uno strumento di debito di tipo tradizionale è uno strumento caratterizzato da una intrinseca complessità ,che rende difficile la valutazione dei rischi
  3. Un titolo subordinato presenta il rischio che l’emittente, in caso di insolvenza, rimborsi il titolo prima di aver soddisfatto tutti gli altri creditori
  1. La prima risposta proposta in questo quesito afferma che le obbligazioni ordinarie prevedono SOLO il rimborso del capitale nominale alla scadenza. Tuttavia, è importante notare che questi strumenti prevedono anche una remunerazione sotto forma di una distribuzione periodica di una cedola.
  2. La terza risposta parla del rischio associato alle obbligazioni subordinate. Contrariamente a quanto affermato, tale rischio consiste nel fatto che l’emittente, in caso di insolvenza, rimborsi il titolo DOPO aver soddisfatto i possessori di obbligazioni SENIOR.
  3. La risposta corretta è la n.2, nella quale si descrive l’effettiva complessità insita negli strumenti derivati, soprattutto se inseriti all’interno di uno strumento di debito tradizionale, determinando una difficile valutazione dei rischi associati. Per ulteriori dettagli sui rischi connessi alle obbligazioni, vi invito a consultare un altro mio articolo dedicato all’argomento.

DOMANDA 2

  • I CERTIFICATI SONO STRUMENTI FINANZIARI I CUI PREZZI SONO COLLEGATI AL VALORE DI MERCATO DI ALTRI STRUMENTI FINANZIARI (DETTI SOTTOSTANTI). I WARRANT E I COVERED WARRANT SONO STRUMENTI FINANZIARI CHE DANNO IL DIRITTO, MA NON L’OBBLIGO, DI ESERCITARE UN OPZIONE SU UN’ ATTIVITÀ SOTTOSTANTE AD UN PREZZO PREFISSATO (STRIKE), ENTRO O A UNA CERTA SCADENZA. QUALE DELLE SEGUENTI AFFERMAZIONI È CORRETTA?
  1. I warrant prevedono, in alternativa all’acquisto o alla vendita dell’attività sottostante ad un prezzo predeterminato, anche l’incasso di una somma di denaro rappresentata dal differenziale tra lo strike e il prezzo di liquidazione.
  2. I covered warrant, prevedono sempre nel caso di esercizio, l’acquisto o la vendita dell’attività sottostante ad un prezzo predeterminato
  3. I Certificati a capitale condizionatamente protetto, offrono una garanzia parziale del capitale condizionato dal fatto di non raggiungere i livelli di barriera stabiliti all’emissione.

In questa parte del questionario, ho scelto di illustrare il concetto di rischiosità insita in determinati strumenti attraverso un’immagine emblematica. Si tratta di strumenti finanziari molto complessi, che richiedono una profonda conoscenza tecnica e una notevole propensione al rischio da parte dell’investitore.

Di conseguenza, è consigliabile che tali strumenti costituiscano solo una parte residuale del patrimonio complessivo dell’investitore e vengano considerati solo se il cliente comprende appieno tutte le loro caratteristiche.

Fatta questa doverosa premessa, è importante notare che le attività “sottostanti” ai certificati possono essere di varia natura, come ad esempio indici, basket di titoli, azioni e obbligazioni, e presentano livelli di rischio e volatilità diversi.

Proprio a causa di questa particolarità, prima di procedere all’acquisto di tali strumenti, è essenziale avere una chiara comprensione della natura dei titoli e/o indici coinvolti, e in secondo luogo, delle condizioni che determinano le modalità di rimborso del capitale investito.

Riguardo alla domanda specifica, la risposta corretta è la numero 3, in cui si sottolinea che la garanzia di restituzione dell’intero capitale è strettamente legata a dei livelli di protezione (barriere), che potrebbero non essere raggiunti. Ciò significa che gli investitori dovrebbero essere consapevoli che la restituzione del capitale investito potrebbe essere soggetta a limitazioni in caso di determinate condizioni di mercato.

DOMANDA 3

  • AZIONI NON QUOTATE ED ETF NON ARMONIZZATI,SONO STRUMENTI A MAGGIOR COMPLESSITÀ CHE INCORPORANO ULTERIORI RISCHI DOVUTI ALLE LORO SPECIFICHE CARATTERISTICHE. QUALE DELLE SEGUENTI AFFERMAZIONI RELATIVA AGLI STRUMENTI IN QUESTIONE È CORRETTA?
  1. Le Azioni non quotate sono strumenti finanziari non negoziabili su un mercato regolamentato ma il cui prezzo, nel caso di vendita, è comunque determinato dal mercato regolamentato
  2. Le Azioni non quotate sono strumenti più rischiosi rispetto alle Azioni quotate in quanto la società emittente non ha obblighi informativi verso il mercato e non esiste un prezzo ufficiale.
  3. Gli ETF non armonizzati, se quotati su sedi di negoziazione dell’Unione Europea, sono conformi alle direttive comunitarie

In questa parte del questionario, si tratta dell’importante distinzione tra gli strumenti finanziari quotati in un mercato regolamentato e quelli non assoggettati a tale ambito. In particolare, si fa riferimento agli ETF non armonizzati.

Per quanto riguarda la prima risposta, è cruciale sottolineare che quando un titolo azionario non è quotato in un mercato regolamentato, esso non potrà mai avere una quotazione determinata da un mercato ufficiale. Ciò significa che non esiste un prezzo ufficiale per tali titoli, il che può creare un ulteriore elemento di incertezza per gli investitori, portando ad un rischio maggiore sostenuto dall’investitore.

Inoltre, riguardo alla risposta numero 3, è importante notare che gli ETF non armonizzati non sono conformi alle direttive europee e vengono quotati su altri mercati di negoziazione. Ciò significa che questi strumenti potrebbero non essere soggetti agli stessi regolamenti e controlli previsti per gli ETF armonizzati, aggiungendo un elemento di incertezza e rischio per gli investitori.

La risposta corretta a questa domanda è quindi la numero 2, poiché la mancanza di una quotazione ufficiale e la possibilità che la società emittente non sia tenuta a rispettare obblighi informativi verso le autorità di vigilanza, contribuisce a creare una casistica particolarmente rischiosa per l’utente finale.

In sintesi, la distinzione tra strumenti quotati e non quotati in un mercato regolamentato può avere un impatto significativo sulla valutazione del rischio associato a tali investimenti, e gli investitori dovrebbero essere consapevoli di queste differenze prima di prendere decisioni finanziarie.

DOMANDA 4

  • I PRODOTTI DI INVESTIMENTO RISPONDONO AD ESIGENZE FINANZIARIE ED ASSICURATIVE; TALI PRODOTTI PRESENTANO UNA SCADENZA O UN VALORE DI RISCATTO ESPOSTI ALLE FLUTTUAZIONI DI MERCATO. TALI PRODOTTI POSSONO ESSERE: DI ” RAMO I” POLIZZE RIVALUTABILI SULLA DURATA DELLA VITA UMANA DELL’ASSICURATO, E CHE INVESTONO IN GESTIONI SEPARATE, E PRINCIPALMENTE IN TITOLI DI STATO ED OBBLIGAZIONI; DI “RAMO III”, POLIZZE UNIT LINKED CHE INVESTONO IN OICR O FONDI INTERNI O POLIZZE “INDEX LINKED” IL CUI VALORE DIPENDE DALL’ANDAMENTO DI UN INDICE; “DI RAMO V”, POLIZZE DI CAPITALIZZAZIONE; “MULTIRAMO”, UNA COMBINAZIONE DI RAMO I E IL RAMO III. QUALI POLIZZE HANNO UN RISCHIO FINANZIARIO MAGGIORE?
  1. Le polizze ramo III perché la prestazione del prodotto è legata all’andamento del valore di uno o più fondi(Unit Linked) o indici (Index Linked).
  2. Le polizze di ramo I e V la cui gestione separata investe in strumenti finanziari a rischiosità molto elevata ed esposti al rischio di forti oscillazioni di mercato.


Nel contesto delle polizze assicurative, spesso c’è una percezione comune errata riguardo alle loro caratteristiche e al livello di rischio associato. Molti clienti tendono a considerare l’assicurazione o la polizza vita come un investimento sicuro e privo di rischio finanziario, ma la realtà è ben diversa.

L’intento della normativa è proprio quello di fare chiarezza su questo aspetto, al fine di garantire che i clienti comprendano adeguatamente le differenze tra le varie tipologie di contratti assicurativi disponibili.

In particolare, ci sono diverse tipologie di polizze assicurative, ognuna con il proprio contenuto finanziario che determina anche il livello di rischio associato al contratto.

Le polizze di RAMO I, ad esempio, sono caratterizzate dagli investimenti quasi esclusivamente in Titoli di Stato e Obbligazioni con un rating elevato. Questo tipo di polizza offre una maggiore stabilità del contratto e una buona protezione del capitale investito. Gli strumenti finanziari di RAMO I sono raccolti all’interno di una GESTIONE SEPARATA all’interno della polizza vita, il che consente al sottoscrittore di partecipare al rendimento prodotto dai titoli presenti nel portafoglio.

Al contrario, le polizze di RAMO III e V hanno un contenuto finanziario costituito da quote di fondi comuni di investimento e/o indici rappresentativi di un paniere di titoli o altre attività finanziarie. Queste tipologie di polizza presentano un livello di rischio più elevato poiché le prestazioni non sono quantificabili e sono legate a diverse variabili. Pertanto, richiedono una buona conoscenza dei prodotti utilizzati, una adeguata propensione al rischio e un orizzonte temporale di investimento appropriato.

Sulla base di queste considerazioni, è possibile rispondere alla domanda del questionario, indicando che le polizze di RAMO III sono quelle a cui deve essere attribuito un rischio maggiore rispetto alle altre opzioni.

Ci attende il terzo e ultimo appuntamento dedicato allo studio del nuovo questionario MIFID II, nel quale affronteremo gli obiettivi di investimento e la propensione al rischio.

Silvio Venieri

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