Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è una quota della retribuzione che viene accantonata dal datore di lavoro per ogni anno di lavoro del dipendente. Si tratta di una somma che viene corrisposta al lavoratore alla fine del rapporto di lavoro o che può essere destinata a una forma di previdenza complementare, come un fondo pensione.
Ma cos’è un fondo pensione e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta? Vediamolo in questo articolo, suddiviso nei seguenti punti:
Un fondo pensione è una forma di previdenza complementare, cioè un’opzione volontaria che si aggiunge alla previdenza obbligatoria (INPS). L’obiettivo di un fondo pensione è quello di integrare la pensione pubblica con una rendita o un capitale aggiuntivo, al fine di garantire al lavoratore un capitale alla fine della sua vita lavorativa.
Un fondo pensione può essere:
Per aderire a un fondo pensione, il lavoratore deve sottoscrivere un contratto con il gestore del fondo, in cui sono indicati i termini e le condizioni della sua partecipazione. Il lavoratore può versare al fondo:
I contributi versati al fondo vengono investiti in diversi strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi comuni, ecc.), in base al profilo di rischio scelto dal lavoratore. Il rendimento del fondo dipende quindi dalle oscillazioni dei mercati finanziari.
Al raggiungimento dell’età pensionabile o al verificarsi di altre condizioni prima di tale scadenza, (invalidità, decesso, disoccupazione, cessazione attività lavorativa,etc.), il lavoratore può richiedere la liquidazione del suo fondo pensione scegliendo tra:
La liquidazione del fondo pensione è soggetta a una tassazione agevolata, con aliquote decrescenti in base agli anni di partecipazione al fondo ( dal 15% al 9%)
Destinare il TFR a un fondo pensione comporta diversi vantaggi, sia economici che fiscali. Vediamoli nel dettaglio:
Il rendimento del TFR in azienda è il risultato della rivalutazione annuale della somma accantonata dal datore di lavoro per ogni anno di lavoro del dipendente. La rivalutazione si basa su un criterio legato al tasso d’inflazione e ai tassi di interesse, stabilito dall’articolo 2120 del codice civile. In particolare, il rendimento del TFR in azienda è dato dalla somma di due fattori:
1) Un tasso fisso dell’1,5% su base annuaIe e applicato a tutte le quote di TFR maturate negli anni precedenti, esclusa quella dell’anno in corso.
2) Il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, accertato dall’ISTAT, rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente.
In un fondo pensione, invece, Il TFR è investito in vari tipi di attività finanziarie che possono dare guadagni più alti nel lungo termine, anche se variano in base ai mercati e al profilo di rischio scelto.
Uno studio di COVIP (l’ente che controlla i fondi pensione) ha mostrato che il guadagno medio annuo dei fondi pensione nell’ultimo decennio, è stato superiore, seppur di poco, rispetto alla rivalutazione del TFR.
il TFR in azienda è tassato come il reddito da lavoro dipendente, con percentuali che aumentano in base al reddito e che vanno dal 23% al 43%.
Il TFR in un fondo pensione, invece, è tassato con una percentuale fissa, che diminuisce in base agli anni di partecipazione al fondo e che va dal 15% al 9%. Inoltre, i soldi che si versano volontariamente nel fondo sono deducibili dal reddito e quindi permettono di pagare meno tasse.
il TFR lasciato in azienda viene liquidato e tassato ad ogni cambio di lavoro, con il rischio di disperderlo o di utilizzarlo per spese non previdenziali.
Il TFR destinato a un fondo pensione, invece, rimane accantonato nel fondo e continua a generare rendimenti, anche in caso di cambio di lavoro. In questo modo, si accumula un capitale più consistente e si mantiene uno scopo previdenziale.
il TFR lasciato in azienda può essere richiesto anticipatamente solo in casi limitati e previa autorizzazione del datore di lavoro.
Il TFR destinato a un fondo pensione, invece, può essere richiesto anticipatamente in caso di bisogno (per esempio, per acquistare o ristrutturare la prima casa, per pagare le spese sanitarie o per far fronte a situazioni di difficoltà economica), nei limiti e nelle modalità previste dal contratto del fondo.
Destinare il TFR a un fondo pensione comporta anche alcuni rischi e limitazioni, che vanno valutati attentamente prima di compiere questa scelta. Vediamoli nel dettaglio:
Per scegliere il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze, è necessario considerare diversi fattori, tra cui:
Se il lavoratore cambia lavoro o decide di cambiare fondo pensione, può scegliere cosa fare del suo TFR accumulato nel precedente fondo. Le opzioni possibili sono:
In conclusione, i fondi pensione sono una forma di previdenza complementare che permette di integrare la pensione pubblica con una rendita o un capitale aggiuntivo. Destinare il TFR a un fondo pensione può comportare diversi vantaggi, come un maggior rendimento, una minore tassazione, una maggiore continuità e una maggiore flessibilità. Tuttavia, questa scelta comporta anche alcuni rischi e limitazioni, come l’irrevocabilità della scelta e i vincoli alla liquidazione.
Per scegliere il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze, è necessario considerare diversi fattori, tra cui la tipologia di fondo, il profilo di investimento, la propria propensione al rischio, il rendimento storico, i costi di gestione, la trasparenza e l’informazione. In caso di cambio di lavoro o di fondo pensione, è possibile cambiare la destinazione del TFR accumulato nel precedente fondo, scegliendo tra trasferirlo nel nuovo fondo, lasciarlo nel precedente fondo o richiedere la sua liquidazione in azienda.
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