LA PREVIDENZA

GUIDA ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) è una quota della retribuzione che viene accantonata dal datore di lavoro per ogni anno di lavoro del dipendente. Si tratta di una somma che viene corrisposta al lavoratore alla fine del rapporto di lavoro o che può essere destinata a una forma di previdenza complementare, come un fondo pensione.

Ma cos’è un fondo pensione e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta? Vediamolo in questo articolo, suddiviso nei seguenti punti:

  • Cos’è un fondo pensione e come funziona
  • Quali sono i vantaggi di destinare il TFR a un fondo pensione
  • Quali sono le limitazioni di destinare il TFR a un fondo pensione
  • Come scegliere il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze
  • Come cambiare la destinazione del TFR in caso di cambio di lavoro o di fondo pensione

Cos’è un fondo pensione e come funziona

Un fondo pensione è una forma di previdenza complementare, cioè un’opzione volontaria che si aggiunge alla previdenza obbligatoria (INPS). L’obiettivo di un fondo pensione è quello di integrare la pensione pubblica con una rendita o un capitale aggiuntivo, al fine di garantire al lavoratore un capitale alla fine della sua vita lavorativa.

Un fondo pensione può essere:

  • Aperto: accessibile a tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore o dalla categoria professionale. Si tratta di fondi gestiti da banche, assicurazioni o società finanziarie autorizzate.
  • Chiuso: riservato ai lavoratori appartenenti a una determinata categoria o settore. Si tratta di fondi gestiti da enti senza scopo di lucro, costituiti da rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro.
  • Individuale: accessibile a tutti i lavoratori, ma con una gestione personalizzata. Si tratta di piani individuali pensionistici (PIP), offerti da banche, assicurazioni o società finanziarie autorizzate.

Per aderire a un fondo pensione, il lavoratore deve sottoscrivere un contratto con il gestore del fondo, in cui sono indicati i termini e le condizioni della sua partecipazione. Il lavoratore può versare al fondo:

  • Il TFR maturato dal 2007 in poi (per il TFR maturato prima del 2007 si applicano delle regole particolari)
  • I contributi volontari, deducibili annualmente dal reddito imponibile fino a € 5.164,57
  • I contributi integrativi, versati dal datore di lavoro in base al contratto collettivo o individuale

I contributi versati al fondo vengono investiti in diversi strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, fondi comuni, ecc.), in base al profilo di rischio scelto dal lavoratore. Il rendimento del fondo dipende quindi dalle oscillazioni dei mercati finanziari.

Al raggiungimento dell’età pensionabile o al verificarsi di altre condizioni prima di tale scadenza, (invalidità, decesso, disoccupazione, cessazione attività lavorativa,etc.), il lavoratore può richiedere la liquidazione del suo fondo pensione scegliendo tra:

  • Una rendita periodica, calcolata in base al capitale accumulato e alla speranza di vita.
  • Un capitale una tantum, fino al 50% del totale (il restante 50% deve essere erogato sotto forma di rendita).
  • La liquidazione totale del fondo pensione (solo se la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale sia inferiore al 50% dell’assegno sociale corrente).

La liquidazione del fondo pensione è soggetta a una tassazione agevolata, con aliquote decrescenti in base agli anni di partecipazione al fondo ( dal 15% al 9%)

Quali sono i vantaggi di destinare il TFR a un fondo pensione

Destinare il TFR a un fondo pensione comporta diversi vantaggi, sia economici che fiscali. Vediamoli nel dettaglio:

  • MAGGIOR RENDIMENTO:

Il rendimento del TFR in azienda è il risultato della rivalutazione annuale della somma accantonata dal datore di lavoro per ogni anno di lavoro del dipendente. La rivalutazione si basa su un criterio legato al tasso d’inflazione e ai tassi di interesse, stabilito dall’articolo 2120 del codice civile. In particolare, il rendimento del TFR in azienda è dato dalla somma di due fattori:

1) Un tasso fisso dell’1,5% su base annuaIe e applicato a tutte le quote di TFR maturate negli anni precedenti, esclusa quella dell’anno in corso.

2) Il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, accertato dall’ISTAT, rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente.

In un fondo pensione, invece, Il TFR è investito in vari tipi di attività finanziarie che possono dare guadagni più alti nel lungo termine, anche se variano in base ai mercati e al profilo di rischio scelto.

Uno studio di COVIP (l’ente che controlla i fondi pensione) ha mostrato che il guadagno medio annuo dei fondi pensione nell’ultimo decennio, è stato superiore, seppur di poco, rispetto alla rivalutazione del TFR.

  • MINORE TASSAZIONE:

il TFR in azienda è tassato come il reddito da lavoro dipendente, con percentuali che aumentano in base al reddito e che vanno dal 23% al 43%.

Il TFR in un fondo pensione, invece, è tassato con una percentuale fissa, che diminuisce in base agli anni di partecipazione al fondo e che va dal 15% al 9%. Inoltre, i soldi che si versano volontariamente nel fondo sono deducibili dal reddito e quindi permettono di pagare meno tasse.

  • MAGGIORE CONTINUITÀ:

il TFR lasciato in azienda viene liquidato e tassato ad ogni cambio di lavoro, con il rischio di disperderlo o di utilizzarlo per spese non previdenziali.

Il TFR destinato a un fondo pensione, invece, rimane accantonato nel fondo e continua a generare rendimenti, anche in caso di cambio di lavoro. In questo modo, si accumula un capitale più consistente e si mantiene uno scopo previdenziale.

  • MAGGIORE FLESSIBILITÀ:

il TFR lasciato in azienda può essere richiesto anticipatamente solo in casi limitati e previa autorizzazione del datore di lavoro.

Il TFR destinato a un fondo pensione, invece, può essere richiesto anticipatamente in caso di bisogno (per esempio, per acquistare o ristrutturare la prima casa, per pagare le spese sanitarie o per far fronte a situazioni di difficoltà economica), nei limiti e nelle modalità previste dal contratto del fondo.

Quali sono le limitazioni di destinare il TFR a un fondo pensione

Destinare il TFR a un fondo pensione comporta anche alcuni rischi e limitazioni, che vanno valutati attentamente prima di compiere questa scelta. Vediamoli nel dettaglio:

  • Irrevocabilità della scelta: Il TFR destinato a un fondo pensione non può essere più recuperato e trasferito in azienda. Si tratta di una scelta definitiva e irreversibile, che vincola il lavoratore per tutta la sua vita lavorativa. Per questo motivo, è importante valutare bene le caratteristiche e le condizioni del fondo prescelto, confrontando le diverse opzioni disponibili sul mercato.
  • Vincoli alla liquidazione: il TFR destinato a un fondo pensione può essere liquidato solo al raggiungimento dell’età pensionabile o anticipatamente ma solo in caso di altre condizioni previste dal contratto (invalidità, decesso, disoccupazione, cessazione attività lavorativa,etc.). In questo caso( liquidazione anticipata), la possibilità di ricevere un capitale una tantum è limitata a quote parziali del suo totale, che variano in base alle motivazioni della richiesta di liquidazione. Questo significa che il lavoratore non ha una piena disponibilità del suo capitale accumulato nel fondo e deve adeguarsi alle regole stabilite dal gestore.

Come scegliere il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze

Per scegliere il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze, è necessario considerare diversi fattori, tra cui:

  • La tipologia di fondo: aperto, chiuso o individuale. Ogni tipologia ha dei pro e dei contro, a seconda delle caratteristiche del lavoratore e delle sue preferenze. In generale, i fondi aperti sono più flessibili e offrono una maggiore scelta di profili di investimento, ma hanno anche dei costi di gestione più elevati. I fondi chiusi sono più convenienti e solidali, ma hanno anche dei vincoli di accesso e di liquidazione più rigidi. I fondi individuali sono più personalizzati e trasparenti, ma hanno anche dei rischi maggiori e una minore tutela.
  • Il profilo di investimento: conservativo, bilanciato o dinamico. Ogni profilo ha un diverso grado di esposizione al rischio e di aspettativa di rendimento, a seconda della composizione del portafoglio tra azioni, obbligazioni e altre attività finanziarie. In generale, il profilo conservativo è più adatto a chi ha un orizzonte temporale breve o una bassa propensione al rischio, ma offre anche dei rendimenti più modesti. Il profilo bilanciato è più adatto a chi ha un orizzonte temporale medio o una moderata propensione al rischio, ma offre anche dei rendimenti intermedi. Il profilo dinamico è più adatto a chi ha un orizzonte temporale lungo o una elevata propensione al rischio, ma offre anche dei rendimenti potenzialmente più alti.
  • Il rendimento storico: Il rendimento storico non è una garanzia di quello futuro, ma può essere un indicatore della qualità e della competenza del gestore del fondo. In generale, è bene confrontare il rendimento del fondo con quello di altri fondi simili e con quello del TFR in azienda, tenendo conto anche dei costi di gestione e della durata della partecipazione al fondo.
  • I costi di gestione: I costi di gestione incidono sul rendimento netto del fondo e possono variare in base alla tipologia di fondo, al profilo di investimento e al valore del capitale. In generale, è bene scegliere un fondo che abbia dei costi di gestione contenuti e trasparenti, confrontando le diverse opzioni disponibili sul mercato.
  • La trasparenza e l’informazione: La trasparenza e l’informazione sono fondamentali per consentire al lavoratore di conoscere lo stato e l’andamento del suo fondo pensione, i rischi e le opportunità che comporta, i diritti e i doveri che lo riguardano. In generale, è bene scegliere un fondo che fornisca ai partecipanti documenti informativi aggiornati e comprensibili, report periodici sulle operazioni effettuate e sul valore del capitale, servizi di assistenza e consulenza personalizzata.

Come cambiare la destinazione del TFR in caso di cambio di lavoro o di fondo pensione

Se il lavoratore cambia lavoro o decide di cambiare fondo pensione, può scegliere cosa fare del suo TFR accumulato nel precedente fondo. Le opzioni possibili sono:

  • Trasferire il TFR nel nuovo fondo pensione: questa opzione consente di mantenere la continuità della propria previdenza complementare e di evitare la tassazione del TFR come reddito da lavoro dipendente. Per effettuare il trasferimento, il lavoratore deve comunicare al precedente gestore del fondo la sua volontà di aderire al nuovo fondo e indicare i dati relativi al nuovo gestore. Il precedente gestore provvederà poi a trasferire il TFR entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione.
  • Lasciare il TFR nel precedente fondo pensione: questa opzione consente di mantenere il TFR nel fondo originario, se il lavoratore ritiene che sia più conveniente o sicuro rispetto al nuovo fondo. In questo caso, il lavoratore continuerà a beneficiare del rendimento e della tassazione agevolata del precedente fondo, ma non potrà più versare contributi volontari o integrativi. Per lasciare il TFR nel precedente fondo, il lavoratore non deve fare nulla, salvo diversa comunicazione al precedente gestore.
  • Richiedere il TFR in azienda: questa opzione consente di recuperare il TFR e di destinarlo al datore di lavoro del nuovo rapporto di lavoro. In questo caso, il lavoratore perderà il rendimento e la tassazione agevolata del precedente fondo e sarà soggetto alla tassazione ordinaria del TFR come reddito da lavoro dipendente. Per richiedere il TFR in azienda, il lavoratore deve comunicare al precedente gestore del fondo la sua volontà di ricevere il TFR e indicare i dati relativi al nuovo datore di lavoro. Il precedente gestore provvederà poi a liquidare il TFR entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione.

Conclusioni

In conclusione, i fondi pensione sono una forma di previdenza complementare che permette di integrare la pensione pubblica con una rendita o un capitale aggiuntivo. Destinare il TFR a un fondo pensione può comportare diversi vantaggi, come un maggior rendimento, una minore tassazione, una maggiore continuità e una maggiore flessibilità. Tuttavia, questa scelta comporta anche alcuni rischi e limitazioni, come l’irrevocabilità della scelta e i vincoli alla liquidazione.

Per scegliere il fondo pensione più adatto alle proprie esigenze, è necessario considerare diversi fattori, tra cui la tipologia di fondo, il profilo di investimento, la propria propensione al rischio, il rendimento storico, i costi di gestione, la trasparenza e l’informazione. In caso di cambio di lavoro o di fondo pensione, è possibile cambiare la destinazione del TFR accumulato nel precedente fondo, scegliendo tra trasferirlo nel nuovo fondo, lasciarlo nel precedente fondo o richiedere la sua liquidazione in azienda.

Silvio Venieri

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Silvio Venieri

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