Nel mio articolo precedente su Warren Buffett, ho esaminato come le nostre emozioni possano influenzare negativamente le nostre decisioni di investimento, quali siano le origini storiche di questo fenomeno e come sia nata la disciplina nota come “Finanza Comportamentale”.

In questo articolo, invece, voglio illustrarti come l’investitore possa cercare di controllare il suo umore nei momenti di turbolenza dei mercati finanziari. Il principale strumento che risponde a questa esigenza è la strategia del Piano di Accumulo del Capitale, meglio conosciuta con l’acronimo P.A.C.

Cosa sono i Piani di Accumulo e come funzionano

I piani di accumulo del Capitale ( P.A.C.) sono dei versamenti periodici costanti che vengono effettuati  con scadenze regolari (in genere mensili o trimestrali) e con durata e importo prestabiliti. Il Piano può essere sospeso, riattivato e/o disinvestito in qualsiasi momento senza penali o spese. Gli strumenti di investimento utilizzati per questo scopo sono i Fondi comuni di investimento e gli ETF. Il P.A.C. è  lo strumento ideale per accantonare i risparmi in previsione di progetti in famiglia come per esempio l’acquisto di una casa o di un auto, l’Università dei figli, o molto semplicemente per la costruzione di una riserva di liquidità per imprevisti futuri.

Quali sono i vantaggi di sottoscrivere un P.A.C.?

  • Il P.A.C. ti impone di versare regolarmente e costantemente delle rate, garantendoti così di raggiungere il tuo obiettivo di risparmio.
  • Il P.A.C. ti evita di commettere gli errori di market timing, che ti portano a comprare un’attività finanziaria quando il prezzo è troppo alto.
  • Il P.A.C. ti permette di mediare i prezzi di acquisto, riducendo il rischio di mercato e sfruttando le opportunità di ribasso.
  • Il P.A.C. ti consente di investire anche piccole somme, rendendo il servizio accessibile a tutti i tipi di investitori.
  • Il P.A.C. è una strategia applicabile anche ai Portafogli già esistenti, con i fondi comuni puoi programmare switch periodici e automatici da un fondo meno volatile a uno più aggressivo. Oppure puoi alimentare il P.A.C. con il reinvestimento delle cedole e dei flussi di liquidità generati da altri strumenti finanziari.

Alcuni esempi pratici

Per illustrare meglio i benefici di un PAC, possiamo confrontarlo con una strategia alternativa, che consiste nell’investire una somma di denaro in un’unica soluzione (P.I.C.) in uno stesso strumento finanziario. A tal fine, analizzeremo quattro scenari di mercato, ipotizzando un investimento complessivo di € 19.500,00 in entrambi i casi.

Nello Scenario 1, il mercato subisce una forte caduta dopo la sottoscrizione e poi si riprende alla metà del piano d’investimento (T7), tornando al prezzo iniziale. In questo caso, l’investimento in un’unica soluzione non avrebbe portato alcun guadagno, perché il prezzo alla data T1 e T13 è sempre di 10€.

Se invece avessimo investito la stessa somma in 13 rate da 1.500 €, avremmo comprato più quote quando il prezzo era basso, e avremmo ottenuto una performance del 20,07% alla fine del piano. Quindi, il PAC sarebbe stato molto più vantaggioso rispetto all’investimento in un unica soluzione ( P.I.C.)

Nello Scenario 2, il mercato crolla dopo la sottoscrizione, portando il prezzo da 10€ a 6€. Anche qui, il PAC ci avrebbe permesso di comprare più quote a prezzo basso e di limitare le perdite. Il PAC avrebbe perso il -22,81% contro il -40,00% dell’investimento in un unica soluzione.

Nello Scenario 3, il mercato sale dopo la sottoscrizione, portando il prezzo da 6€ a 10€. In questo caso, l’investimento in un’unica soluzione avrebbe avuto una performance del 66,67%, molto superiore al PAC che avrebbe guadagnato il 28,64%. Questo perché il PAC avrebbe comprato meno quote ad un prezzo alto.

Tuttavia, bisogna considerare che questo scenario è molto improbabile che si verifichi:

Chi investe in un’unica soluzione deve essere in grado di prevedere il momento giusto per uscire dal mercato, cosa molto difficile da mettere in pratica. Inoltre, deve resistere alla tentazione di vendere prima del picco massimo o di tenere le quote quando la quotazione scende.

Il PAC, invece, elimina questi problemi emotivi, tipici degli investimenti finanziari, perché si basa su una strategia di risparmio programmato, che stabilisce dei versamenti regolari a prescindere dalle oscillazioni del mercato.

Nello Scenario 4, il mercato ha una fase di crescita seguita da una fase di calo. In questo caso, il PAC risulta meno conveniente rispetto all’investimento in un unica soluzione. Infatti, il PAC acquista più quote quando il prezzo sale e poi subisce la perdita di valore, con una performance del -15,89%. L’investimento in un unica soluzione, invece, beneficia della crescita iniziale e poi riesce a pareggiare il capitale investito, con una performance dello 0%.

Conclusioni

Abbiamo visto che il PAC è una strategia di investimento che offre diversi vantaggi rispetto al P.I.C., soprattutto in termini di riduzione del rischio e della volatilità. Infatti, nei quattro scenari analizzati, solo in uno, l’investimento in un unica soluzione, ha avuto una performance migliore, ma al costo di una maggiore esposizione alle fluttuazioni del mercato. Invece, il PAC ha permesso di sfruttare il meccanismo del costo medio ponderato, che ha portato a risultati più soddisfacenti negli altri tre scenari.

Ovviamente, non possiamo sapere a priori quale strategia sarà più conveniente, perché dipende dall’andamento del mercato e dal momento in cui si entra e si esce dall’investimento. Tuttavia, possiamo valutare anche altri aspetti, come il rischio assunto, la durata dell’investimento e le emozioni che influenzano le decisioni degli investitori (e dei loro consulenti). In questo senso, il PAC si rivela una strategia più efficace, perché si basa su una logica di risparmio programmato, che non richiede di prevedere il mercato o di agire d’impulso. Il PAC ci permette di costruire un capitale nel tempo con piccole somme e di diversificare il portafoglio in base al nostro profilo e ai nostri obiettivi.

Silvio Venieri

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