Warren Buffett, mi ha ispirato a scrivere questo nuovo articolo e a evidenziare un aspetto fondamentale nel mondo della finanza e della gestione dei risparmi.
Quando dobbiamo prendere una decisione su un investimento finanziario, spesso ci informiamo, chiediamo consigli ad amici o parenti e poi ci lasciamo influenzare da frasi come: “Io non mi fido, ho letto su internet che qualcuno ha perso molti soldi”, oppure, “È la scelta giusta, lo ha fatto anche un mio amico!”
Come in molti altri ambiti, prima di fare una scelta ci piace avere conferme e sapere quante persone hanno seguito quella direzione, come se questo bastasse a garantire che quella sia davvero la via migliore da seguire!
Questo fenomeno si definisce comportamento “irrazionale” e riguarda il modo in cui agiamo in contrasto con i principi base della finanza, quando dobbiamo scegliere un investimento. Prima di investire, dovremmo:
- Conoscere la nostra propensione al rischio e accettarla
- Capire bene, con l’aiuto del consulente, le caratteristiche dello strumento che vogliamo scegliere, in termini di rischio e costi
- Stabilire il nostro orizzonte temporale e verificarne la compatibilità con l’investimento
Le scelte irrazionali sono state oggetto di studio da parte di molti psicologi, che dagli anni ’70 hanno analizzato questi comportamenti della nostra mente. Da qui è nata la finanza comportamentale, la scienza che evidenzia gli errori che commettiamo quando gestiamo i nostri investimenti.
Per illustrare meglio il concetto, vi parlerò di Peter Lynch, nato nel 1944 a Newton in Massachusetts, considerato ancora oggi il miglior gestore di fondi al mondo. Lynch si è fatto un nome negli anni ’80, quando ha gestito il fondo Magellan Fund della Fidelity Investments, una delle più importanti case di investimento al mondo.
In 13 anni, dal 1977 al 1990, il fondo ha registrato una crescita media annua del 29,2%, più del doppio di quella dello S&P 500, l’indice che rappresenta i migliori 500 titoli della borsa americana!
Lynch, però, non si è fermato qui. Ha voluto studiare i comportamenti dei suoi clienti, per verificare se i loro risultati fossero in linea con quelli del fondo che lui gestiva.
E qui è arrivata la sorpresa: il 50% dei sottoscrittori aveva ottenuto un rendimento negativo, nonostante il fondo avesse raggiunto una performance media del 29,2% all’anno per 13 anni! Come è possibile?
La spiegazione è semplice: molti clienti hanno venduto il Magellan Fund quando il fondo ha subito dei ribassi, senza approfittare della successiva ripresa che avrebbe portato il fondo a ottenere i risultati straordinari che conosciamo.
Come succede spesso per gli investimenti azionari, il fondo ha avuto delle oscillazioni significative prima di diventare uno dei migliori fondi azionari dell’epoca. E molti sottoscrittori non hanno resistito alla tentazione di vendere in diverse occasioni, consolidando delle perdite importanti.
Questo dimostra che l’aspetto emozionale gioca un ruolo cruciale e dannoso per l’investitore, quando si lascia prendere dal panico nei momenti negativi di mercato. Lo potete vedere nel grafico 1 qui sotto:
Per praticità supponiamo che il nostro fondo sia partito da quota 100 e che sia arrivato a 129, dopo aver subito una correzione fino a quota 80.
Come potete vedere, il risultato finale, nonostante la discesa del prezzo, sarebbe stato comunque un ottimo +29%.
Il problema, però, è che molti investitori si spaventano appena vedono la correzione, si lasciano prendere dal panico e vendono, consolidando una perdita (nell’esempio pari al -20%).
Per questo è importante che, quando si investe, si abbiano ben chiari non solo l’orizzonte di investimento richiesto dal prodotto, ma anche il grado di tolleranza al rischio dell’investitore e la potenziale oscillazione che lo strumento potrebbe avere nel corso del tempo.
Inoltre, le correzioni come quella descritta spesso si ripetono più volte, mettendo a dura prova la pazienza del cliente finale.
Questi sono tutti concetti che, per quanto ovvi e condivisi inizialmente dall’investitore, non sono poi confermati alla prova dei fatti, portando spesso e volentieri a decisioni sbagliate!
Nel grafico 2, invece, voglio mostrarvi quanto può essere vantaggioso avere una buona propensione al rischio e mantenere la calma nei momenti difficili:
Arrivati alla quotazione 80, l’investitore non solo non si lascia prendere dal panico vendendo la posizione, ma sottoscrive lo stesso importo mediando il prezzo di acquisto iniziale.
In altre parole, in questo caso, c’è stato un acquisto sia al valore 100 che al valore 80.
Alla fine, il suo risultato, una volta arrivati alla quotazione di 129, sarà del 43% e non più del 29%.
CONCLUSIONI
Abbiamo visto, quindi, tre investitori diversi, lo stesso mercato di riferimento, lo stesso fondo e lo stesso gestore (il leggendario Peter Lynch); eppure tre risultati diversi:
- il primo sottoscrittore ha guadagnato il 29%;
- il secondo ha perso il 20%;
- il terzo ha guadagnato il 43%.
Cosa possiamo imparare da tutto questo?
Che i nostri risultati finanziari dipendono più dal nostro comportamento e dalle nostre emozioni che da qualsiasi altra cosa!
La storia della finanza ci insegna che il tempo, la freddezza e una buona pianificazione degli investimenti sono dei buoni alleati, ma troppo spesso trascurati!
Il premio Nobel per l’economia del 2002 Daniel Kahneman, che dedicò molto del suo tempo allo studio della finanza comportamentale, disse: “È più facile incontrare per strada un unicorno che un investitore razionale!”